martedì 9 dicembre 2014

La magia del Natale



Natale si avvicina e la magia dell’attesa ci sta avvolgendo sempre di più.
Tra poco sarà Santa Lucia e Polpetta, quest’anno, è affascinato dalla storia di questa signora che, accompagnata dal suo asinello e dal Castaldo, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre porterà ai bimbi buoni regali e dolcetti.
Ieri siamo stati in un negozio di giocattoli a vedere quali scegliere per la letterina di S.Lucia. Polpetta vorrebbe un treno giallo, ma non ne abbiamo trovati, in compenso ha visto dei giochi che l’hanno rapito, così ora sappiamo che scrivere nella letterina per S.Lucia. Stamattina, mentre facevamo colazione, parlavamo di questa sera, quando scriveremo la letterina per Santa Lucia e la lasceremo sul tavolo con un bicchiere di latte per questa signora gentile ed una carotina per l’asinello. Al piccolo brillavano gli occhietti mentre diceva che Santa Lucia avrebbe preso la lettera e gli avrebbe regalato una caramella.
 
Tutto ciò mi fa tornare alla mia infanzia, quando la magia dell’attesa era forte e con mia sorella cercavamo di capire da dove venissero le caramelle che magicamente apparivano nella stanza mentre eravamo impegnate a fare i compiti, o andavamo a letto eccitate all’idea che il giorno dopo ci saremmo svegliate presto per aprire i regali chiedendoci se Santa Lucia ci avrebbe portato proprio quello che avevamo chiesto.
Altro momento speciale e molto sentito, nella nostra famiglia, è il Natale: il presepe, l’avvento di Gesù bambino, la stella cometa e i re magi, l’arrivo di Babbo Natale che porta i doni sulla sua slitta trainata dalle renne. 

Questo periodo dell’anno, così suggestivo, rapisce i bambini, che ancora vivono in un mondo in cui il confine fra fantasia e realtà non è definito e tutto è possibile.
Le emozioni coinvolte in questo magico periodo non vanno sottovalutate, bensì valorizzate. L’eccitazione per la realizzazione del presepe e dell’albero di Natale possono essere gli spunti da cui partire per spiegare ai bambini sia le storie fantastiche di Santa Lucia, Babbo Natale o della Befana, ma anche per raggiungere concetti più complessi come il Natale in sé, la Natività e la religione, facilitati dall’immaginazione dei bambini che rende quasi reale ciò che viene loro narrato.
Babbo Natale, la Befana, Santa Lucia, sono tutte personificazioni della bontà: personaggi buoni che portano i regali a bambini, che a loro volta sono buoni e lo dimostrano quotidianamente ai genitori. Perché, diciamoci la verità, benché si usi dire ai bambini “Se non fai il bravo Babbo Natale ti porta il carbone!” nessuno, in realtà, riceve solo quello. Il messaggio positivo che diamo ai bambini è quello che, anche se magari ci fanno arrabbiare, li accettiamo per quello che sono e vogliamo loro bene, in quanto sono i nostri bambini e per noi sono speciali.

Credo, però, che si debba stare attenti, in questa occasione, a non eccedere con i regali, ma cercare di essere essenziali. A volte il Natale diviene la fiera dell’opulenza, dove i bambini vengono sommersi di giocattoli che poi restano inutilizzati. Anche il Natale, quindi, è l’occasione per insegnare ai bambini il valore delle cose, che non è la quantità a rendere felici, bensì la qualità. La vera felicità, in fondo, risiede nelle relazioni, nel sentirsi amati, cercati e voluti. E ciò è possibile anche con poco.
Infine, un’ultima riflessione: quando svelare ai propri figli la verità su Babbo Natale?
Penso che non ci sia un momento esatto. Sono i bambini che con le loro domande ci sveleranno il momento in cui la magia per loro è finita.
Fino ad allora sosteniamoli, rassicuriamoli se tornano a casa piangendo perché qualcuno ha detto loro che Santa Lucia non esiste. La magia dura fino a che siamo noi a volerlo!

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venerdì 5 dicembre 2014

IL CARILLON



È iniziato Dicembre ed è iniziato l’avvento. Mi è sempre piaciuto questo periodo dell’anno, ricco di aspettative, suoni, profumi, luci colorate e tanta magia.
La cosa più bella del Natale è l’allestimento dell’Albero.
Quest’anno il mio bambino, che ha 2 anni e mezzo, era un po’ più consapevole di ciò che stava accadendo. Quando il papà ha portato su in casa le scatole impolverate, che passano in cantina la maggior parte dell’anno, sbirciava curioso mentre si apriva la scatola dell’albero. Con grande impegno mi ha aiutata ad aprire i rami, ha supervisionato al posizionamento delle lucine colorate e si è prodigato nell’estrarre dal sacchetto le ghirlande dorate.
“Anch’io, mamma, anch’io!” esclamava con la sua vocina ogni volta che tiravo fuori una pallina colorata e con attenzione la posizionava sul ramo.
Quando finalmente abbiamo posizionato l’albero al suo posto, con le lucine colorate accese, vi si è seduto vicino ed è rimasto a lungo a guardalo rapito, allungando ogni tanto un ditino verso di esso, pronto a ritirare la manina quando il papà gli ricordava che l’albero di Natale si guarda, ma non si tocca.

Contrariamente ad ogni mia aspettativa, però, non è l’albero la cosa che lo affascina di più, bensì il carillon natalizio, a forma di albero con sotto i cantori che cantano la stella. Con delicatezza lo prende in mano, gira la figura dell’albero e resta ad ascoltare la musica in religioso silenzio. Confesso che ho un po’ il timore che il carillon non superi questo Natale, ma credo che sia giusto che il mio bambino impari ad avere a che fare con oggetti delicati perché credo che non sia mai troppo presto insegnare ai bambini come trattare con la giusta attenzione le cose. Mi affascina il modo in cu, con delicatezza, gira la figura, lo appoggia sul tavolo e resta a guardarlo mentre suona.

L’altro giorno, durante un gioco irruento, il carillon è stato colpito da un pelouche ed è caduto sul tappeto. Immediatamente è calato il gelo: con orrore il piccolo colpevole guardava il carillon aperto in due e, intanto che il papà si adoperava per sistemare il meccanismo che si era inceppato e non suonava più, Polpetta mi ascoltava in religioso silenzio mentre gli dicevo che il carillon è un oggetto prezioso, non solo perché è fragile, ma anche perché a lui piace moltissimo e bisogna fare attenzione a come si usa.
Fortunatamente superpapà è riuscito ad aggiustare il meccanismo, mentre la mamma, utilizzando la sua arma preferita, la colla a caldo, ha riassemblato i pezzi scollati.
Ora il mio bimbo ha imparato la lezione: si avvicina al carillon, chiede se lo può avere e lo usa con rispetto, lo stesso rispetto con cui porta a tavola i bicchieri di vetro e i piatti di ceramica quando aiuta ad apparecchiare o lo stesso rispetto con cui si avvicina al nostro gatto Oreste e gli fa le carezze.

Il rispetto per le cose è importante, non c’è un’età per insegnarlo ai bambini.
A volte si è portati a pensare che i bambini piccoli non siano in grado di movimenti delicati, che gli oggetti fragili non debbano essere alla loro portata, manchiamo di  fiducia nei loro confronti. Ma se noi genitori spieghiamo ai nostri bambini in che modo approcciarsi a ciò che è delicato e diamo loro delle regole di comportamento, i nostri bambini ci sapranno stupire!